Per il TG5, Napoli volto peggiore in cui l’Italia sguazza

Angelo ForgioneL’estate 2015 passa alla storia per il funerale del gran padrino della famiglia Casamonica di Roma. Le parole confuse per raccontare una vicenda dai contorni precisi si sono sprecate, fino a giungere a un formidabile servizio dell’edizione serale del TG5 del 22 agosto (guarda al minuto 0:01:45), in cui, a margine della vicenda, si è voluto evidenziare in modo forzato e scorretto quanto l’Italia alla napoletana faccia male all’immagine del Paese all’estero. Un servizio corretto nell’impostazione di base ma condannabile nel metodo comunicativo. «Nessuno come noi italiani è bravo a farsi del male», annuncia il mezzobusto Alberto Bilà per lanciare il contributo di Carmelo Luciano, il quale mette in fila una sequela di immagini con un chiaro riferimento negativo: Napoli. Dalla comicità di Caccamo e Tafazzi alla drammaticità degli spaghetti con pistola di una famosa copertina di Der Spiegel, passando per Pulcinella mandolinista nel centro di Napoli, il “vigliacchetto” comandante Schettino da Piano di Sorrento che fa affondare la nave e gli sfaticati dipendenti degli scavi di Pompei che sbarrano cancelli ai turisti. Questo, e solo questo, è quello che l’autore del servizio mette insieme per descrivere il volto peggiore dell’Italia.
Per carità, c’è pure del vero in questo collage, ma la spasmodica ricerca di un bersaglio preciso è fin troppo subliminale per non essere percepito. Come se la Tangentopoli di Mani Pulite degli anni Novanta, i crac emiliani di Parmalat e le bande dell’Expo milanese, del MoSE veneziano e della mostruosamente costosa TAV centro-settentrionale non ci abbiano reso ridicoli agli occhi del mondo per l’altissimo tasso di corruzione (l’Italia è fanalino di coda per trasparenza tra i paesi membri dell’Unione Europea), al pari di quanto preso a campione e all’ingrosso, un tanto di luoghi comuni al chilo. Eppure è proprio Carmelo Luciano a dirci che «riusciamo a farci del male da soli, a dare fondo a tutti i luoghi comuni, le frasi fatte e le banalità sul carattere italiano che per gli stranieri è “spaghetti, pizza, mandolino e funiculì funiculà”». Sì, perché certi stereotipi sono stati diffusi dagli italiani prima ancora che dagli stranieri, sdoganati in modo capillare nell’era della televisione anche all’estero, là dove sono stati semplicemente presi in prestito all’occorrenza. Lamentarsene, ora, è inutile e tardivo.

3 pensieri su “Per il TG5, Napoli volto peggiore in cui l’Italia sguazza

  1. questi stronzi si sono dimenticati che cosa era il regno delle due sicilie prima che Garibaldi non fece il grande errore di unire l’Italia ,non sapevano neanche che esistessero le fogne il nord una palude bonificata con i soldi depredati ai Borboni

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